STUDIO D'ARCHITETTURA
FRANCO TAUNISIO
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APPROCCIO PROGETTUALE

"... l'architetto si trova condannato,
per la natura del proprio lavoro,
ad essere forse l'unica e ultima figura
di umanista della societa' contemporanea:
obbligato a pensare la totalita'
proprio nella misura in cui
si fa tecnico settoriale, specializzato,
inteso a operazioni specifiche
e non a dichiarazioni metafisiche."
(Umberto Eco, La struttura assente, 1968)


Progettare per costruire sostenibile

Un architetto che rispetti completamente il proprio compito professionale non puo' definirsi specificamente bioarchitetto: il rispetto del paesaggio, il basso impatto ambientale dei manufatti, il rispetto del genius loci, l'ottimizzazione del confort abitativo sono storicamente connaturati all'operato dell'architetto stesso.
La sintesi tra tutte queste componenti e' la sola certezza che si opera in modo corretto; quella sintesi che non deve prescindere dal retaggio culturale e civile mutuato dalla storia, insieme all'aspirazione utopica verso una civilta' in continuo divenire e nel rispetto attuale - giorno per giorno - del ruolo di ogni soggetto coinvolto nel "cantiere-fabbrica".
Troppo spesso atteggiamenti marcatamente demiurgici, ovvero funzionalistici, hanno finito per allontanare tra loro i luoghi dell'abitare da chi li abita; oggi che il cantiere vede partecipare alla sua costruzione nello stesso tempo e nello stesso luogo l'ingegnere della domotica e l'operaio che dispone prevalentemente solo della propria manualita', e' ancor piu' necessario che il progetto rappresenti il momento della sintesi tra i diversi gradi di civilta' tecnologica in un quadro di coscienza ambientale.


Sviluppo sostenibile

Il rapporto Brundtland pubblicato nel 1987 ha definito lo sviluppo sostenibile come "la soddisfazione dei bisogni delle attuali generazioni senza compromettere quelli delle future generazioni".

Altre significative voci significative avevano osservato per tempo gli stessi fenomeni:
"L'idea del prodotto a perdere precedette di pochissimo l'insorgere di movimenti ecologici poi impegnatisi sul fronte opposto"
(Orio Giarini - Louberge' Henri, La delusione tecnologica, 1978)

"La questione ambientale non e' resolubile come problema settoriale, ma solo come problema relazionale; essa si puo' trattare positivamente solo affrontando il problema di una diversa configurazione delle relazioni fra sistema socioculturale, sistema economico, sistema naturale che attivi equilibri dinamici durevoli tra societa' insediata e ambiente (...) l'autoriconoscimento e la crescita dell'identita' locale, la sua capacita' di ri-pensarsi e' dunque in ultima analisi la matrice dello sviluppo sostenibile."
(Alberto Magnaghi, Il territorio degli abitanti, 1998)

Progettazione partecipata

In un contesto di sostenibilita' l'architettura non puo' essere solo il risultato di meri processi tecnologici o d'ingegneria ultra-specializzata e neanche solo il frutto dell'azione creativa, talvolta demiurgica, dell'architetto illuminato: viceversa deve sempre piu' confermarsi come il punto di convergenza di conoscenza, interessi e sensibilita' diverse che trovino un equilibrio, comunque destinato a mutare nel tempo. Ad esempio, si pensi alla frequente dicotomia tra la cura degli spazi privati e la non qualita' degli spazi pubblici.
Percio' e' utile sperimentare nuove modalita' comunicative, tra progettisti, amministratori e abitanti in accezione positiva, poiche' implica conseguenze sulla realta' contemporanea: "... in un mondo e in una societa' sempre piu' complessi, le buone pratiche della comunicazione e della convivenza interculturale divengono una dimensione fondamentale della comunicazione e della democrazia anche all'interno di una stessa cultura." (Marianella Sclavi e AA.VV, Avventure Urbane. Progettare la citta' con gli abitanti, 2002)

"Partecipare alla progettazione delle proprie case significa costruire un destino comune in uno spazio condiviso in cui gia' nella fase di progettazione si tratta di un processo di autoriconoscimento. Ma forse la maggior carica innovativa del processo consiste nella ricerca di nuove forme di razionalita', di nuovi modelli di scelta collettiva che richiedono un'attenzione ai sentimenti, alle emozioni e alle passioni nei processi decisionali. La dimensione romantica e persino utopistica appartiene necessariamente ad ogni esperienza in cui gli uomini prendano direttamente parola e costruiscano il loro futuro."
(Giancarlo Paba, Luoghi Comuni, 1998)